Assai spesso nei luna park e nelle feste di paese i pesci rossi sono l’oggetto della vincita di alcuni semplici giochi; e già questo, di per se, lascia piuttosto perplessi.

Ciò che più ferisce è che queste particolari bancarelle, come ben sappiamo noi appassionati, divengono dei luoghi di tortura per i poveri pesci, dove il maltrattamento di animali è evidente e sotto gli occhi di tutti.

Pesci rinchiusi all’interno boccette di 10 cm di diametro, in buste senza ossigeno appese ad un filo o in improponibili vaschette; le incredibili torture cui sono sottoposti gli animali sono sotto gli occhi di tutti, senza considerare che i vincitori del “premio” con ogni probabilità non sanno neppure cosa farsene di un pesce, né hanno la minima idea di come vada tenuto.

Questo maltrattamento di animali ostentato come se nulla fosse mi lascia da sempre incredulo ed indignato, come amante degli animali e del buon senso ancor prima che come acquariofilo.

In Italia ci sono alcune leggi che vietano questo tipo di attività, soprattutto a livello provinciale e regionale, come in Emilia Romagna ed in Lombardia; come avviene spesso, però, il problema non è la creazione della legge, quanto riuscire a farla rispettare; queste bancarelle infatti esistevano vent’anni fa così come esistono oggi.

Piuttosto appellarmi a chi sa quale articolo di leggi o regolamenti, mi viene molto spontaneamente di fare una semplice domanda, a chi gestisce qusto tipo di attività e a chi gioca.

Ai proprietari delle bancarelle chiederei semplicemente: perché non regalare qualsiasi altro tipo di gadget piuttosto che dei pesci? Il gioco peraltro potrebbe rimanere immutato senza problemi, lasciando sul tavolo delle boccette piene d’acqua, ma senza pesci all’interno.

A chi gioca invece chiederei questo: cosa spinge a tentare la fortuna in quel gioco, quando un pesce rosso comune si può comprare in qualsiasi negozio di acquari o di animali ad un prezzo di 1, massimo 2 euro?